Aperta era la finestra
Sin dalle ultime tracce del giorno
Dovevano in lontananza
Sentirsi le campane già mute
Rumore di bicchieri
L’ultimo sfiorarsi degli sposi
Penetrante il glicine nel suo silenzio
La luna contrastata
Dal consumarsi delle candele
Ti aspettavo
Da un’infinita miriade di croci
O secondi
Aperta fu la finestra
Fino a notte fonda
Tutto divenne arso
Le candele si spensero
La luna legittima s’impadronì dei suoi spazi
Non invasero le mani nere
Il mio corpo seminudo
Tutto il mare divenne marea
La notte, oceanica profondità
Dove adagiato, con occhi socchiusi, riposo, relitto.
(da Silloge: La Follia di Aiace 2021)
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